La consigliera regionale Lindita Elezi, prima firmataria dell’emendamento con cui sono finanziati alcuni progetti nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni dell’Università fondata dall’imperatore nato a Jesi
“Sono orgogliosa dell’approvazione della legge regionale che riconosce Federico II come testimonial delle Marche. L’ho condivisa con entusiasmo e impegno da consigliera regionale e da jesina e ho finanziato con mio emendamento alcuni progetti per il territorio. La legge risponde pienamente all’obiettivo di legislatura di rilanciare il territorio attraverso l’asset della cultura. Sono convinta che Federico II il 26 novembre del 1194 non sia nato a Jesi per caso, ma per un disegno del destino. È nato nel cuore delle Marche perché attraverso una figura storica eccezionale e nota in tutto il mondo come l’imperatore detto Stupor Mundi, il mondo conosca le Marche che hanno la grandezza dell’ingegno di Federico nel cuore. A questa grandezza ora guardiamo tutti insieme per posizionare il brand Marche a livello internazionale come previsto dalle leggi sui borghi, su Marche terra del benessere, dagli investimenti in infrastrutture e in promozione turistica”.
Così la consigliera regionale Lindita Elezi della Lega a margine dell’approvazione in Consiglio regionale della legge “Interventi per la valorizzazione della figura di Federico II di Svevia come testimonianza illustre delle Marche” che segna un ulteriore step nel percorso di valorizzazione del territorio attraverso la figura dell’imperatore nato a Jesi avviato da Elezi già come consigliere comunale capogruppo al comune di Jesi.
“Con questa legge ci muoviamo con quella visione di prospettiva e di largo respiro che i marchigiani hanno in comune con l’imperatore Federico – conclude Elezi che ringrazia il collega Carlo Ciccioli, primo firmatario, per aver colto l’opportunità di inserire le Marche nel circuito delle celebrazioni nazionali – Lo racconteremo attraverso la sua eredità fatta di tracce immateriali che, dopo alcune iniziative estemporanee, emergono definitivamente dal silenzio per raccontare l’uomo e l’imperatore che, come le Marche, è di una modernità senza uguali datata quasi mille anni”.