Il Consiglio Regionale approva la proposta di legge firmata dal gruppo Lega
È legge della Regione Marche la proposta della Lega per la regionalizzazione delle concessioni idroelettriche che consentirà di risparmiare sulle utenze e di investire nei bacini idrici e nel territorio. Approvato nella seduta di Consiglio del 23 maggio il testo di legge presentato a prima firma dell’assessore Andrea Maria Antonini, relatore di maggioranza Luca Serfilippi, presidente della 3a Commissione consiliare Ambiente e Territorio, con cui la Regione recepisce la normativa nazionale predisponendosi alla gestione delle centrali idroelettriche che diventano di proprietà della Regione a costo zero alla scadenza delle concessioni.
“Il settore dell’energia idroelettrica efficiente, che svolge un ruolo strategico nell’aumentare la quota di fonti di energia rinnovabili nel mix energetico – spiegano il capogruppo della Lega Renzo Marinelli e i colleghi consiglieri Luca Serfilippi, Mirko Bilò, Monica Acciarri, Giorgio Cancellieri. Marco Marinangeli, Linda Elezi, Anna Menghi – La riscossione dei canoni consentirà alla Regione di disporre di milioni di euro da destinare a politiche energetiche regionali e progetti nei comuni territorialmente interessati – aggiungono i consiglieri leghisti -Alimentiamo una filiera virtuosa per la redistribuzione di energia e di introiti sul territorio che porterà a risparmi su utenze ed investimenti su bacini idrici anche per lotta contro la siccità”
Con la legge appena approvata, che recepisce le disposizioni nazionali contenute nel DL 79/1999 più noto come legge di regionalizzazione delle concessioni, si regolano le procedure di assegnazione. Dall’1 gennaio 2024 verranno applicati i nuovi canoni di concessione che saranno investiti al 50 % per le politiche energetiche regionali, al 45 % per i progetti nei comuni territorialmente interessati e serviranno a finanziare interventi diretti per ridurre lo svantaggio sociale, economico, territoriale e infrastrutturale dei relativi territori, con particolare riguardo alla prevenzione e riduzione del rischio idrogeologico e degli incendi, alla viabilità ed ai trasporti, compresa la mobilità sostenibile, la sentieristica e la rete dei cammini regionali, nonché alle vocazioni agricole, produttive e turistiche.