Sanità

Quasi 5 milioni di euro per il gioco d’azzardo patologico e le dipendenze digitali: approvato il piano triennale

“I marchigiani spendono quasi 2 miliardi di euro l’anno per giochi e scommesse: un fenomeno sociale che sta assumendo proporzioni sempre più rilevanti ma anche conseguenze pericolose per la stabilità economica di molte famiglie. Per garantire il recupero di persone affette da patologie legate al gioco la Regione ha stanziato quasi 5 milioni di euro” lo afferma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini in merito a Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) e Dipendenze Digitali (DT).
La legge regionale n.3/2017 che prende il nome di “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d ‘azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network” prevede l’approvazione del Piano triennale GAP e DT secondo disposizioni dettate dal Ministero della Salute.
Nel 2022 nelle Marche le persone in carico al Sistema Sanitario Regionale per problemi relativi al GAP e dipendenze digitali sono state 413 (contro i 429 dell’anno precedente). Di questi, 363 per problematiche inerenti il gioco d’azzardo patologico (erano 385 nel 2021) e 50 per problemi relativi alle dipendenze digitali (contro i 44 del 2021).
Il Piano 2023 – 2025 mette in campo risorse per € 4.790.379,82, di cui 800 mila euro annui di fondi regionali, ripartite in 4 macroaree:

  • 56% per la Prevenzione (Informazione, educazione e sensibilizzazione – Prevenzione ambientale ed universale – Prevenzione selettiva ed indicata);
  • 38%Trattamento (Consulenza e ascolto – Presa in carico, cura e riabilitazione);
  • 6% Formazione;
  • il monitoraggio, a cura del Consiglio Nazionale della Ricerca, è finanziato con i fondi residui del Piano Gap 2019-2021.

“Serve un approccio integrato, sociale e sanitario, che parte dai Dipartimenti per le Dipendenze Patologiche che fanno capo alle AST – sottolinea l’assessore – ma la prevenzione parte dalle scuole e deve coinvolgere genitori, insegnanti, personale amministrativo, studenti dall’infanzia fino all’istruzione secondaria”.

“Il gioco, che mette in discussione i bilanci familiari e la stabilità dei rapporti, deve essere combattuto con ogni forma di cultura della prevenzione e il problema non può essere sottovalutato” conclude Saltamartini.

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