Illustrata agli operatori di Ancona e Senigallia la proposta di riorganizzazione contenuta nella Legge 13
“La riforma che deve camminare con le gambe degli operatori sanitari. Lo spirito di questi incontri è proprio quello di ascoltare le loro osservazioni, chiedere i loro pareri, approfondire insieme gli aspetti salienti”. È la sintesi dell’assessore regionale alla Salute Filippo Saltamartini, al termine degli incontri che si sono svolti il 20 luglio a Senigallia e il 21 ad Ancona con gli stakeholders del settore sanitari. Saltamartini e il presidente della Regione Acquaroli hanno presentato la nuova pianificazione, frutto della proposta di legge regionale 13, che prevedrà cinque aziende sanitarie territoriali più vicine ai cittadini (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro-Urbino), l’azienda ospedaliera Universitaria delle Marche (Ancona), l’Inrca di Ancona e la soppressione dell’Asur.
“L’obiettivo è consegnare quanto prima ai cittadini un sistema che funzioni meglio di quello attuale – ha sottolineato Saltamartini – “la Giunta regionale conta di portare la legge all’approvazione definitiva del Consiglio prima di Ferragosto. Un mese dopo la Giunta dovrà individuare una commissione che è chiamata a delineare il passaggio dei rapporti attivi e dei rapporti passivi tra le Aree vaste e le nuove Aziende. A gennaio 2023 la riforma entrerà in vigore e lì, sostanzialmente, andranno elaborati tutti gli atti aziendali che dovranno garantire la risposta alla domanda di prestazioni. La rivoluzione che noi intendiamo proporre è appunto questa: non c’è più l’elemento organizzativo storico in base all’organico di ogni ospedale e di ogni Area vasta, ma l’organizzazione organica dei medici, infermieri, tecnici di laboratorio, di tutto il personale che lavora in sanità, dovrà essere rispondente alla domanda che proviene dai territori: quindi, in base alla domanda di prestazioni. In questo senso la riorganizzazione dovrà prevedere un numero di medici, di infermieri, capaci di dare le risposte necessarie a questa domanda di prestazioni”.
A Senigallia, dove sono emerse situazioni di particolare disagio per le strutture sfornite di personale tra cui il Pronto soccorso, Saltamartini ha sottolineato le misure che la Regione ha adottato: in particolare, l’aumento del finanziamento delle borse di specializzazione che potranno fornire, nei prossimi anni, almeno un numero di medici maggiore rispetto a quello dei medici che vanno adesso in pensione.
“Oggi il rapporto è meno medici che entrano in servizio rispetto a quelli che andranno in pensione – ha spiegato l’assessore – Dal prossimo anno, l’aumento delle borse di specializzazione portato a 150 e il finanziamento integrale della Regione, con una spesa di 6,6 milioni di euro, farà sì che i medici che entrano in servizio saranno superiori a quelli che vanno in pensione. Questo soprattutto dove mancano medici di famiglia, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale”
A Torrette, invece, è emersa soprattutto l’esigenza di un rafforzamento organico di medici e di infermieri, perché Torrette ha una valenza regionale ed è oggetto di mobilità attiva: molti pazienti provenienti dall’Emilia Romagna si curano ad Ancona.
“La potenzialità di Torrette per le prestazioni sanitarie è particolarmente importante – ha confermato l’assessore -L’impegno che noi abbiamo assunto è quello di dare le risorse necessarie al corretto funzionamento di un ospedale di secondo livello: l’idea è che tutti gli ospedali di primo livello possano trovare qui una sorta di hub senza danneggiare le potenzialità di Marche Nord. È vero che la provincia di Pesaro-Urbino registra la più alta mobilità passiva verso l’Emilia Romagna, ma si va fuori per curare patologie minori: le oncologiche e cardiache a bassa intensità di rischio, per interventi al menisco, ai legamenti, al piede, al braccio. Marche nord non perderà la sua funzione – conclude Saltamartini – è un ospedale che ha delle specializzazioni altissime. La Ospedali Riuniti di Ancona potrebbe aiutarci a garantire la risposta alla domanda che viene dal nord della regione su queste patologie minori, riorganizzando proprio la cardiologia e l’ortopedia nell’ottica di abbattere le liste di attesa. In un sistema moderno la cooperazione territoriale deve garantire la risposta alla domanda”.