Secondo il leghista serve un progetto unitario e un tavolo che coinvolga tutti i Comuni: Ancona, Falconara, Senigallia, Mondolfo, Fano e Pesaro
“Lo sviluppo del territorio non può essere deciso a tavolino dal sindaco di Pesaro e da quello di Fano in una riunione informale, quasi “carbonara”, con gli uffici della provincia. Il tema dell’arretramento ferroviario deve coinvolgere tutti i comuni interessati”. Il consigliere regionale della Lega Luca Serfilippi torna ad attaccare sulla questione dopo che nei giorni scorsi il primo cittadino di Pesaro, il dem Matteo Ricci, e quello di Fano, Massimo Seri, si sono incontrati allo scopo di aggiungere alla variante del capoluogo di provincia anche quella di Fano.
“Serve un confronto ufficiale che coinvolga tutti i Comuni interessati dal progetto di arretramento della linea ferroviaria Adriatica – spiega Serfilippi – ovvero Ancona, Falconara, Senigallia, Mondolfo, Fano e Pesaro e nono solo gli ultimi due. Come Regione intendiamo ascoltare le esigenze di tutti i territori e procedere uniti con un unico progetto da sottoporre al Ministero delle Infrastrutture: non possiamo permetterci fughe in avanti di singoli amministratori locali, né tanto meno andare avanti in ordine sparso come stanno facendo i sindaci di Pesaro e Fano. È necessario promuovere un tavolo di confronto unitario che coinvolga tutte le Istituzioni interessate”.
Il leghista è impegnato da alcuni mesi nella battaglia dell’arretramento della tratta Adriatica che si affaccia sul mare attraversando diversi Comuni costieri a vocazione turistica. “Ad Aprile ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale con la quale ho ribadito la mia contrarietà all’arretramento del solo tratto ferroviario nell’area di Pesaro che rientrerebbe nei pressi di Fosso Sejore, rendendo necessario lo smantellamento di una collina. Proseguirò in questa battaglia – assicura – , proponendo nuovi documenti, allo scopo di impegnare il presidente della giunta regionale a coinvolgere tutti i sindaci interessati dalla tratta ferroviaria e a realizzare uno studio preliminare con il quale valutare costi e benefici dell’opera”.
“L’infrastruttura ferroviaria – osserva – è cruciale per il rilancio economico delle Marche, sia sul fronte del trasporto merci che su quello passeggeri, specie in una fase congiunturale complessa come quella attuale, e dopo anni in cui le opere sono state lasciate nell’incuria. Non possiamo perdere questa occasione – conclude – ci sono ‘treni’ che passano una volta sola e questo non dobbiamo lasciarcelo sfuggire”.